giovedì 6 gennaio 2011

RITORNO A CASA

Ogni volta che ritorno da una vacanza in cui mi sono divertita,rilassata e rigenerata,in macchina finisce che piagnucolo un pò ,diciamo fino all'imbocco dell'autostrada.
I bambini sono sempre contenti di ritornare a casa,anche se hanno passato una settimana a rotolarsi sulla sabbia,a fare tuffi,a ruzzolare con il bob o a sciare per giornate intere.
Anche a me effettivamente succedeva quand'ero piccola:mi bastava sentire l'odore di casa mia ,quello di cui ci si accorge solo quando si sta via per un po',per sentirmi al sicuro, come un animale che ritrova la propria tana.
Adesso invece ,ogni volta che riparto,si consuma un piccolo dramma e finisce che mi chiedo sempre spaventata"Madonna,ma mi fa così schifo la mia vita? "
La verità per fortuna è che no,non mi fa schifo per nulla,però abituarmi a un tipo di esistenza diversa e esserne privata all'improvviso è sempre un pò brutale,come uno strappo.
Ieri ce ne siamo andati via da questo paesino di 4 case nel cuore dell'Alto Adige, all'ora del tramonto, con le montagne che erano ancora illuminate dal sole e il cielo che pareva dorato.
Io recitavo dentro di me l' Addio ai monti manzoniano,ripetendo a voce alta a intervalli di due minuti "certo che è stata proprio una bella vacanza",ignorata dal resto della famiglia.

Non è che ami spassionatamente la montagna.
Il problema è che sono attratta da altre possibilità di vita.
Quando siamo ripartiti dalla Sardegna l'agosto scorso pensavo a come sarebbe stato bello viverci tutto l'anno,coccolati da un clima mite,circondati da spazi aperti.
Che sensazione si prova ad alzarsi ogni mattina sentendo il profumo di ginepro e avendo l'orizzonte sconfinato davanti?
Ieri mi sono immaginata la vita della mia famiglia qui,in Alta Badia:il marito che invece di sparire per settimane intere se ne andrebbe a lavorare qualche ora allo skilift qui accanto,i figli con le guance colorite e l'aria sana dei bambini di montagna,in tuta da sci in inverno e in pile d'estate.
Come si starebbe a vivere senza il senso di colpa strisciante, che ogni tanto però affiora, per i loro polmoni da Pianura Padana e per il colorito verdognolo della loro faccia?
Come sarebbe avere sempre sopra di sè quei cieli stellati?
In montagna, nelle notte limpide senza luna, si possono vedere tutte le stelle,quelle morte da milioni di anni e quelle che devono ancora nascere.Sono cieli che ti fanno prendere coscienza della infinitesimale piccolezza della tua esistenza,quelli che quando li guardi per un po' ti danno l'impressione di precipitare in un abisso.
Nulla a che vedere con i cieli pallidi e un pò sfocati della città.

Sono nata nel posto sbagliato,questo è il punto.
Non così sbagliato come il Congo,la Romania,l'India o l'Iraq.Ma se fossi nata in montagna o al mare non mi mancherebbe la città e senza dubbio la qualità della vita sarebbe migliore per tutti.

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